Collana: BUNDSCHUH
Tabor
giugno 2024
11 x 17 cm.
48
Valsusa
4.00
9788894184235
La storia dei Diggers, che nell’Inghilterra del Seicento si opposero a enclosures e privatizzazioni occupando terre comunali per «lavorare insieme e insieme spezzare il pane», non fu che un capitolo di una guerra più grande. L’affermazione della modernità industriale, infatti, fu tutt’altro che un pacifico e lineare progresso. Al contrario, soltanto una vera e propria guerra civile, che insanguinò l’Europa per secoli, rese possibile l’imposizione della proprietà privata e del lavoro salariato, il disciplinamento
dei corpi e dei territori, lo sradicamento dei diritti consuetudinari delle comunità rurali.
In questo conflitto, la foresta rappresenta uno snodo cruciale, sia in quanto risorsa non monetizzabile indispensabile alla sopravvivenza dei poveri (che vi ricavavano legna, erbe, frutti, cacciagione…), sia in quanto spazio incontrollabile di libertà, eterno rifugio per nomadi, banditi, streghe e fuggiaschi d’ogni sorta.
Perciò la foresta, da sempre, rappresenta nell’immaginario l’emblema dell’ingovernabilità, del selvatico, dell’alterità rispetto al mondo civilizzato, antro oscuro e magico, sede di forze misteriose, arcaiche, pagane. Perciò la guerra dei boschi, delle terre e delle risorse sottratte alla mercificazione e restituite alla collettività, è oggi più attuale che mai. La foresta, ne siamo certi, non ha ancora detto la sua ultima parola.