• Catalogo
    • libri Tabor
    • libretti Tabor
    • altre edizioni
  • Nunatak
  • Appuntamenti
    • prossimi appuntamenti
    • appuntamenti passati
  • Contatti
  • Cerca
Tabor Edizioni
TABOR edizioni
 
  • Catalogo
    • libri Tabor
    • libretti Tabor
    • altre edizioni
  • Nunatak
  • Appuntamenti
    • prossimi appuntamenti
    • appuntamenti passati
  • Contatti
  • Cerca
Tumulti rusticani. Rivolte e resistenze contadine tra il Medioevo e la Modernità

Tumulti rusticani. Rivolte e resistenze contadine tra il Medioevo e la Modernità

Tumulti rusticani. Rivolte e resistenze contadine tra il Medioevo e la Modernità Book Cover Tumulti rusticani. Rivolte e resistenze contadine tra il Medioevo e la Modernità
Autori vari
Tabor, Valsusa, giugno 2025
11x17 cm
72
4.00
978-88-944788-6-0

 

 

Nella storia “ufficiale”, i contadini appaiono come un fastidioso rumore di fondo. Li si ricorda soltanto – con terrore – le volte in cui, armi in pugno e in fitte schiere, hanno preso d’assalto i castelli, le chiese, i palazzi dei potenti. Non si tratta soltanto di un altezzoso sguardo di classe, è un vero e proprio disprezzo, quasi antropologico. I rustici sono una maledizione da rimuovere, gente rozza e ignorante, arcaica e sporca, perché legata alla terra, l’esatto contrario dell’individuo moderno, l’uomo nuovo, razionale, sofisticato, libero dalla “schiavitù della natura”. Oggi, a cinque secoli dalla “grande guerra dei contadini” del 1525, possiamo fare un bilancio di dove ci ha condotto questa perversa concezione di libertà e progresso: in un abisso di genocidi, disastri, ingiustizia, infelicità. Allora è forse anche il momento di ribaltare la storia che ci hanno raccontato, e di far riemergere dalle sue pieghe nascoste quel mondo rurale: non soltanto nei suoi momenti di furiose ribellioni, ma anche nelle sue quotidiane strategie di resistenza, nei suoi saperi, nelle sue forme di autonomia e di autogoverno comunitario. Quel mondo stritolato negli ingranaggi della macchina capitalista e statale, che è oggi più che mai urgente e vitale riscoprire, risollevare, riarmare.

 
Collana Bundschuh

Più questo mondo precipita, più a fondo vanno cercate le sue radici da estirpare. Radici che affondano nella nascita dello Stato moderno e del capitalismo, e in quella “guerra dei contadini” che ha incendiato il cuore d’Europa nel 1525, cinque secoli fa.

Nella storia raccontata dalle classi dominanti, i contadini sono considerati poco più che bestie da soma, e le loro sollevazioni disperate esplosioni di rabbia senza coscienza né obiettivi. Nulla di più falso. Le leghe dei rustici combatterono con piena consapevolezza a difesa dei loro diritti comunitari, per la terra e per la libertà. Una insurrezione preparata da decenni di attività cospirative, tessiture di alleanze e azioni rivoluzionarie, sotto il vessillo del Bundschuh. La “lega dello scarpone”, simbolo della “gente comune” contro i “signori”, da cui prende il nome questa collana.

Una serie di pubblicazioni per ricostruire la lunga storia dei poveri insorti per difendere le loro comunità e le loro autonomie. Ma non solo, perché a quella storia si intrecciano altri momenti fondamentali della nostra modernità, come la Riforma protestante – con le sue correnti radicali, profetiche e rivoluzionarie – i roghi delle donne bruciate come streghe, i massacri degli indigeni nelle colonie, l’inizio di quell’economia di rapina che ha permesso l’accumulazione originaria all’origine del Capitale. È in quegli anni, in quegli slanci e in quelle tragedie, che nasce il presente in cui viviamo. Conoscerne le origini non è un mero esercizio di curiosità intellettuale. È il primo passo per raccogliere il testimone di chi ha combattuto prima di noi.

Per riallacciarci alla loro forza. Per ritornare a combattere…

Il tempo dei roghi
Settecento anni di rivolte occitane
Torna in alto
per contatti e ordini:
tabor(at)autistici.org
Powered by Fluida & WordPress.
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok