et al., 2011
12x17 cm
112
6.00 - ESAURITO
9788864630281
Agli albori della rivoluzione industriale, il disciplinamento del lavoro produttivo plasmò nuove abitudini e impose una nuova disciplina del tempo: la sorveglianza sulla manodopera, la divisione del lavoro, gli orologi, le multe, la soppressione degli svaghi, ebbero un impatto enorme sul corpo e sulla vita dei lavoratori. Com'è stato possibile che un tale sistema si imponesse? Come si è potuta produrre «una scissione del tempo di vita in tempo di lavoro e tempo libero»?
«Nell'odierna cultura del lavoro, che deve fare i conti con la flessibilità, l'instabilità, la precarietà, il senso del tempo ha ancora un ruolo centrale nella percezione del lavoro e, seppure in modo diverso, è ancora e forse anche più tragicamente costruttivo di cultura di quanto non lo sia stato all'epoca del disciplinamento fordista». (dall'Introduzione di Giovanna Procacci)
THOMPSON, Edward Palmer
Storico britannico, nato a Oxford il 3 febbraio 1924, morto a Upper Wick (Worcester) il 28 agosto 1993. Insegnò dal 1948 al 1965 al dipartimento esterno dell'università di Leeds e quindi fu professore al Centro di studi di storia sociale dell'università di Warwick. Unì il lavoro di storico a un intenso impegno politico dal 1942 al 1956 nel Partito comunista, quindi nei movimenti della ''nuova sinistra'' inglese e nel movimento pacifista, di cui fu uno dei più attivi animatori a livello internazionale. Le opere di carattere storiografico costituiscono solo una parte della sua produzione, che annovera numerosi scritti politici, alcuni apparsi in Italia nel volume Uscire dall'apatia (1962). Esponente tra i più rilevanti della storiografia d'ispirazione marxista, è stato però portatore di un approccio originale che rifiuta la tendenza al riduzionismo economicista (cfr. a questo proposito il suo saggio The poverty of theory and other essays, 1978) in nome di una visione umanistica, ancorata alla tradizione culturale radicale inglese, di cui fu attento studioso come testimonia il suo primo lavoro, William Morris: romantic to revolutionary (1955), e uno degli ultimi, Witness against the Beast: William Blake and the moral law (1993). La sua opera più importante, The making of the English working class (1963; trad. it., Rivoluzione industriale e classe operaia in Inghilterra, 1969), costituisce un punto di riferimento essenziale nella storiografia sul movimento operaio e nella storia sociale in generale, ma anche un utile angolo visuale per comprendere il particolare approccio di T. ad alcune delle tradizionali categorie del marxismo. Infatti in questa "biografia della classe operaia inglese dalla sua adolescenza alla prima maturità" concetti come quelli di ''classe operaia'' o di ''coscienza di classe'' vengono definiti non più solamente in relazione alla condizione economica, ma a tutto quel complesso di idee, legami, abitudini attraverso cui si costruisce l'identità, il ''farsi'', di un gruppo sociale. Lo stesso approccio metodologico è rintracciabile negli studi che T. ha dedicato alla società inglese del 18° secolo di cui ha cercato di ricostruire cultura, sistema di valori, trama di rapporti, rituali e strutture di potere. Tra i più importanti vanno ricordati: Whigs and hunters: the origins of the Black Act (1975; trad. it., Whigs e cacciatori. Potenti e ribelli nell'Inghilterra del XVIII secolo, 1989) e i saggi raccolti nel volume Società patrizia e cultura plebea. Otto saggi di antropologia storica sull'Inghilterra del Settecento (1981). Da Enciclopedia Treccani (di Emma Ansovini, 1995)