Tabor, Valsusa 2019
15 x 21 cm
336
12.00
978-88-941842-5-9
Nel 1365 a Susa una pugnalata cala sull’inquisitore generale per il Piemonte, ponendo fine alla sua vita e all’indagine di cui era incaricato. Quasi sette secoli dopo, un giovane precario torinese viene incaricato di scrivere un libro su quell’episodio storico, tutt’oggi irrisolto. Ben presto, però, le due “indagini” deragliano, si intrecciano e precipitano in un incalzare di avventure, omicidi, complotti, su cui svetta il vero, implacabile, protagonista della storia: la montagna e la sua gente, dura, fiera, ribelle, talvolta selvaggia.
«Dal bastione del suo castello Leonella lasciava vagare lo sguardo sulla valle circostante. Come spesso faceva quando nessuno la vedeva, si sciolse lo scialle e lasciò che il vento le scompigliasse i capelli. L’inquisitore era stato trovato morto nel chiostro dei frati minori. L’assassino si era dileguato. Avrebbero dato la colpa ai valdesi, agli eretici, ai giudei, agli adoratori di Diana. L’omicidio di un servo di Dio a opera dei servi di Satana era la spiegazione più ovvia, quella che avrebbe accontentato tutti e che sarebbe durata nei secoli. Ora il vento si era fatto più freddo e pungente. Leonella si strinse nello scialle. Non aveva rimpianti. Laggiù alcuni puntini si muovevano. Erano uomini, donne, bambini, bestie e carri. Il popolo in marcia della valle degli eretici».