«Sabato Gaza somigliava al Nagorno Karabakh»
Tabor
maggio 2024
14,8 x 21 cm
28
Valsusa
2.00
Tabor
maggio 2024
14,8 x 21 cm
28
Valsusa
2.00
Questo è un testo che non avrei mai voluto scrivere. È un requiem per l’Artsakh, il Nagorno Karabakh, “svuotato” dalla sua popolazione armena con una “pulizia etnica lampo” nell’indifferenza generale.
Ma è anche un viaggio nella storia e nell’immaginario, dagli altopiani del Caucaso alle coste di Palestina, passando per i monti del Kurdistan, in una faglia planetaria all’incrocio tra continenti, imperi, popoli, idee, religioni. Al tempo stesso una polveriera e un laboratorio, di violenze e di speranze.
Con un’unica certezza: l’ordine statale e coloniale che l’Occidente aveva imposto al mondo è un mucchio di rovine fumanti. E quello che sta prendendo forma dalle sue ceneri è un enigma ancora aperto e indecifrabile.